Da allora si sono fatti molti passi avanti nella conoscenza dei danni da rumore!
La differenza che intercorre tra quello che definiamo “suono” e quello che definiamo “rumore” è soggettiva, ma alcune componenti oggettive possiamo definirle:
Suono – si contraddistingue dalla regolarità e dall’armonia delle oscillazioni che provoca sensazioni gradevoli.
Rumore – si contraddistingue, normalmente, dalla irregolarità, intermittenza e casualità delle sue oscillazioni e provoca una sensazione sgradevole.
In fisica è però difficile distinguere tra “suono” e “rumore” in quanto tutti e due sono “un fenomeno periodico prodotto dall’apporto di energia meccanica che fa entrare in vibrazione un mezzo”, solitamente, ma non necessariamente, l’aria, “caratterizzato da una determinata frequenza di oscillazione.”
Possiamo classificarli nel seguente modo:
Fastidio – Quando un rumore è solo male accettato.
Disturbo – Quando è tale da provocare alterazioni temporanee delle condizioni psicofisiche.
Danno – Quando l’alterazione è irreversibile.
I fattori di cui si deve tener conto per poter valutare il disturbo o danno da rumore sono classificabili in:
1) Caratteristiche della sorgente di rumore: livello di pressione, spettro di frequenza, durata.
2) Caratteristiche ambientali: riverberazioni, diffusione, fattori metereologici:
3) Caratteristiche psicofisiche dei soggetti disturbati: sensibilità individuale, motivazioni, ecc.
4) Circostanze accessorie: tipo di lavoro, falso adattamento al rumore, condizioni di affaticamento.
Si tenga conto che il livello di rischio (almeno fino ai 130-140 dB/A valori per i quali il rischio di danno permanente al timpano è elevato anche per brevissimi tempi di esposizione) è direttamente proporzionale al numero di ore di esposizione ai diversi livelli di rumore nell’arco delle 24 ore
Esemplificando: una persona esposta ad una sorgente sonora di 75 dB/A, per otto ore lavorative non subisce danni, ma se l’esposizione è di 80 dB/A il tempo di esposizione si deve dimezzare per avere lo stesso livello giornaliero di esposizione.
Un rumore può disturbare già a:
40 dB/A di giorno
30 dB/A di notte
Il livello di pericolosità comincia oltre ai 75 dB/A
come detto sopra la soglia dei 130 dB/A il rischio comporta rottura del Timpano o Sordità.
Apparato | Sintomi | Evoluzione | Soglia in dB(A) |
Uditivo | Fischi e ronzii persistenti | Sordità | 80 |
Cardio-vascolare | Accelerazione ritmo cardiaco Aumento pressione arteriosa | Arterio sclerosi | 75 |
Cerebrale | Disadattamento | Turbe psichiche | 95 |
Digerente | Disturbi digestivi Bruciori di stomaco | Gastrite Ulcera | 95 |
Dell’equilibrio | Vertigine e nausea | Perdita dell’equilibrio | 110 |
Respiratorio | Tachipnea | 95 | |
Visivo | 75 |